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SOPA, PIPA, ACTA: chi ha paura della pirateria?

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Sopa e Pipa, le due proposte di legge presentate al Congresso USA per tutelare i diritti d’autore e limitare la pirateria on line, sono state ritirate, e hanno perso la loro battaglia contro il popolo della Rete. O quasi.

L’opposizione allo Stop Online Piracy Act (SOPA) e al Pipa (Protect Intellectual Property Act) non è certo stata condotta solamente dai sostenitori della pirateria on line, già scossi dalla chiusura di Megavideo e Megaupload, da parte dell’FBI.

A far valere il loro peso, infatti, sono stati soprattutto i giganti della Silicon Valley, dichiaratisi contrari alle due proposte di legge: Facebook, Google, Amazon, Twitter, Yahoo!, eBay, con la sorprendente partecipazione di Microsoft. Anche Wikipedia, ovviamente, ha chiuso per 24 ore.

Chi ha nutrito timori di un giro di vite contro la libertà sul web, della fine dello streaming gratuito e del download facile, potrà constatare l’infondatezza delle proprie paure. La disfatta di Sopa, ritirato dal suo stesso promotore, e di Pipa, la cui discussione viene procrastinata a data da destinarsi, sono la prova lampante che il fenomeno della condivisione dei contenuti protetti sul web è ormai inarrestabile. La chiusura di Megavideo e Megaupload, inoltre, non può non ricordare l’inconcludente vittoria (in un’ottica di lotta alla pirateria) contro Napster, nel 2001.

Nel braccio di ferro tra le major dello spettacolo, decise a tutelare i propri introiti, e i nuovi poteri forti del web 2.0, che proprio dalla condivisione di materiale generano il proprio traffico, gli ultimi hanno avuto la meglio.

Nel frattempo, il 26 gennaio 2012, è stato siglato a Tokyo, dopo una gestazione quinquennale, l’Anti-Counterfeiting Trade Agreement o ACTA, la proposta di un accordo commerciale plurilaterale dedicato alla protezione della proprietà intellettuale. L’obiettivo principale dell’accordo è la creazione di standard internazionali, per rendere effettiva la tutela dei diritti di proprietà intellettuale e contrastare contraffazione e pirateria.

A Giugno l’Europarlamento è chiamato a ratificare l’accordo, ma le proteste sul web si stanno già diffondendo, ed è sufficiente digitare ACTA nei motori di ricerca per intuire quale sia l’umore generale.

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