L’importanza di un social network si basa soprattutto sul numero di iscritti, e in questo campo Facebook non ha rivali. Ma un altro parametro è forse altrettanto importante: il loro coinvolgimento. Come dire: la qualità piuttosto che la quantità. In questa categoria, almeno in America, Tagged è risultato in testa alla classifica stilata nel marzo 2012 dal sito specializzato comScore.
Ci sono molti modi per misurare il coinvolgimento degli utenti, e comScore ne ha scelti due: la frequenza degli accessi e la durata del collegamento. Nel primo caso vince Facebook, con una media di 36 accessi al mese per utente, mentre Tagged è secondo con 18. Nel secondo invece spicca Tumblr con una media di 14,7 minuti, seguito da Tagged con 12,1 minuti e Facebook con 10,9 minuti. Morale: Tagged è l’unico sito a rientrare nelle prime due posizioni in entrambe le graduatorie.
Il motivo di questo successo sta nella sua specificità, a sua volta legata alla sua storia. I fondatori, Greg Tseng e Johann Schleier-Smith, l’hanno lanciato nel 2004, in competizione con Facebook. Quando il loro concorrente ha preso il largo, hanno diversificato il loro prodotto, sulla base di un andamento che avevano già iniziato a osservare. L’idea di base è: se Facebook è il canale ideale per tenere i contatti con i propri amici, Tagged è il più indicato per stringere nuove amicizie.
A differenza dei numerosi siti di incontri, Tagged non è rivolto esclusivamente all’area sentimentale: è usato dagli iscritti per cercare potenziali amici che condividano gli stessi interessi, hobby e gusti.
Citando l’antropologo inglese Robin Dunbar, secondo cui ogni persona può gestire al massimo 150 contatti alla volta, Tseng spiega: «Facebook è il posto dove puoi mantenere i tuoi 150 contatti, Tagged è quello dove puoi rinnovarli».