Una ricerca su come gli utenti guardano le pagine dei social network è stata effettuata da Mashable (popolare sito americano di news sui social Network) in collaborazione con Eye Track Shoph, una società specializzata nell’analisi dei movimenti oculari durante la lettura delle pagine su Web.
Si è trattato di una ricerca su un campione molto contenuto (30 persone), ma comunque interessante, in attesa di studi più approfonditi, soprattutto dal punto di vista del business.
Il tracciamento dei movimenti oculari in risposta all’apertura di un nuovo profilo social consente, infatti, di stabilire una graduatoria esatta dei punti di interesse da parte di un utente che guarda una pagina di Twitter, di Google+ o una Fan Page di Facebook. Il che vuol dire poter strutturare la propria pagina e i propri aggiornamenti in modo più funzionale e utile per i propri obiettivi.
Lo studio ha analizzato cosa l’utente guarda per prima cosa in una nuova pagina e la graduatoria dei successivi spostamenti oculari, in relazione al tempo di osservazione, per 12 delle più popolari piattaforme social.
In generale il primo punto visto è il centro della pagina, ma in modo che varia anche di molto a seconda del profilo social visionato, nel senso – ovviamente – che si cerca come prima cosa ciò che motiva l’accesso a quella determinata pagina: gli ultimi post pubblicati su Facebook, Twitter e Google+, le informazioni professionali su Linkedin eccetera.
Più interessante l’analisi dei punti successivi: per tutte le piattaforme, ad esempio, è fondamentale il tipo di immagini inserite, ad eccezione di Linkedin dove il modo in cui viene presentata la propria qualifica professionale risulta vincente sulla foto. Interessante è poi osservare che le cose che già si conoscono (titoli o immagini, ovunque siano situate) sono quelle che attirano maggiormente l’attenzione, anche più delle novità. Infine si conferma che lo scroll è perdente (con la parziale eccezione di Twitter e You Tube): qualsiasi cosa posta in alto nella pagina viene vista di più e più a lungo.