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Come i politici utilizzano Twitter

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Come tutti gli altri ambiti della società, anche la politica è stata trasformata dall’uso dei social media. Per analizzare e misurare l’entità di questo cambiamento è stato realizzato lo studio Twiplomacy, che ha preso in considerazione 264 account twitter gestiti (direttamente o tramite staff) da altrettanti capi di Stato e di governo di tutto il mondo, in rappresentanza di quasi due terzi dei 193 Stati membri dell’Onu e organizzazioni internazionali, come l’Unione Europea.

Nell’elenco, fra i grandi Paesi industrializzati, spiccano le assenze dei capi di Stato e di governo dell’Italia e della Germania (che però è presente con Steffen Seibert, portavoce ufficiale del governo). Secondo lo studio, il più interconnesso con gli altri politici è il presidente del Consiglio Europeo Herman Van Rompuy, seguito dall’australiana Julia Gillard.

Ma twitter, per i politici, è principalmente uno strumento per rafforzare la comunicazione con i cittadini, e in particolare con quelli meno “teledipendenti”. Se ne è reso conto perfettamente soprattutto il presidente Barack Obama, che twitta non troppo spesso, ma con regolarità e soprattutto con successo: è il leader mondiale più seguito, con 18 milioni di follower. In particolare surclassa il suo avversario Mitt Romney, candidato repubblicano alle elezioni presidenziali, fermo a 800.000 follower: uno scarto che potrebbe giocare un ruolo significativo nella sfida del 6 novembre.

Il capo di Stato più attivo nei rapporti con i cittadini è il presidente venezuelano Hugo Chávez (spesso considerato il prototipo di una politica populista); altri presidenti in carica, come il francese François Hollande e la brasiliana Dilma Rousseff, hanno usato intensamente twitter in campagna elettorale, ma hanno poi lasciato i propri account inattivi una volta vinte le elezioni.

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