Nell’ultimo anno, le entrate di Google derivanti dagli annunci su dispositivi mobili sono passate dai 2,5 miliardi di dollari agli 8 miliardi. Ma qual è il segreto di questo successo? Ce lo dice un nuovo studio, che afferma che il 70 per cento delle ricerche su mobile portano ad un’azione nel giro di un’ora.
Google, come è noto, ha fatto del suo motore di ricerca la chiave di un business multi miliardario, ma ciò che forse non tutti sanno, è che alla base di questo business vi è sempre di più il mobile. Nel 2012, le entrate di Google derivanti dal mobile sono state di 8 miliardi di dollari, una crescita di 5,5 miliardi rispetto all’anno precedente, e la cifra è destinata crescere a ritmi incessanti. Ma se c’è tanto denaro nella ricerca, è perché la ricerca digitale migliora anno dopo anno, ma soprattutto, perché la ricerca funziona. Secondo uno studio di iAcquire e SurveyMonkey il 70 per cento delle ricerche effettuate tramite dispositivi mobili portano ad un’azione entro un’ora.
La maggior parte degli utenti effettua le ricerche tramite smartphone, ma il 40% utilizza un tablet. Ma cosa succede quando un utente visita un sito da mobile? Avere a disposizione l’ampio schermo di un tablet, non è certamente la stessa cosa che avere un kindle Fire o uno smartphone.
Se il sito non è “mobile friendly”, il 40% degli utenti passa al sito successivo.
Per quanto riguarda l’età media degli utenti, la maggior parte dei cosiddetti “mobile searchers” ha un’età compresa tra i 18 e 29 anni, e il 45% di questi effettua ricerca quotidianamente.
Ma cosa cercano gli utenti?
Il 40% dei mobile searchers sono alla ricerca di prodotti da acquistare, sorprendentemente, invece, solo il 10% sono alla ricerca di una riposta “visiva”, come ad esempio la foto di una pietanza o di un attore famoso.
Come è stato affermato durante il “MAX-mobile as Xperiences” durante l’evento SocialBrain X.0 presso l’università LUISS, evento a cui ha partecipato Gianluca Comin, direttore delle Relazioni esterne di Enel, quella del mobile, è sicuramente una vera è propria rivoluzione copernicana, poiché accelera un processo già accentuato da internet e dai social media: quello per cui le persone smettono di essere dei target omogenei per la comunicazione e diventano degli interlocutori con cui dialogare con codici, temi e messaggi differenziati.
Il mobile, ha sottolineato Comin, “rappresenta uno strumento di fondamentale importanza anche per aziende impegnate nel settore energetico come Enel, il cui approccio ai servizi in mobilità si rivolge a due ambiti della comunicazione, quella di prodotto, a sostegno della strategia di marketing, e quella istituzionale, a supporto dell’identità aziendale dei valori e dei progetti”.
Insomma, il mobile è un treno che corre a ritmi frenetici, in continua evoluzione tecnologica e a bordo del quale le aziende oggi non possono permettersi il lusso di non salire. A questo punto, meglio farlo in prima classe, con contenuti di qualità e studiati ad hoc per piattaforme mobili.