A volte, quando si parla di Content Marketing, si è portati a pensare che sia una cosa nuova ed innovativa studiata apposta per internet, ma la storia dice che non è così.
Dal modo in cui spesso leggiamo o sentiamo parlare di “Content Marketing”, ossia la creazione e la condivisione di media e contenuti editoriali da parte delle aziende al fine di acquisire clienti, risulta spontaneo pensare di trovarci di fronte ad uno strumento relativamente “nuovo” e studiato ad hoc per essere veicolato in rete, ma diamo un’occhiata a questa infografica, che illustra, in breve, la storia del Content Marketing.
Come si può vedere, il Content Marketing ha una lunga storia alle spalle, come il Manuale di guida sicura di Michelin che è stato pubblicato nel 1900, oppure il ricettario gratuito di Jell-O, distribuito nel 1904, che ha portato ad un forte incremento delle vendite. In effetti, se ci si riflette un attimo, il meccanismo su cui fa leva il Content Marketing è tanto intuitivo quanto efficace, se aiuti il cliente a fare qualcosa in modo migliore, più velocemente, e in modo più sicuro, questo sarà portato a pensare in modo positivo al brand e aumenterà la sua disponibilità all’acquisto dei suoi prodotti.
Secondo una recente infografica, il 60% dei consumatori sono portati ad acquistare un prodotto dopo aver letto qualcosa che lo riguardasse.
Che il Content Marketing sia efficace non c’è dubbio, ad utilizzarlo sono infatti il 91% delle aziende B2B e l’86% di quelle B2C. Tuttavia, la questione non è così semplice, c’è infatti un tematica che preoccupa non poco i marketers: stiamo parlando del problema della fiducia.
Spesso fra gli utenti serpeggia infatti la preoccupazione di trovarsi davanti ad un contenuto editoriale con fini meramente commerciali, ma mascherati da toni apparentemente informativi e imparziali.
Se l’utente dovesse avere questa sensazione leggendo un articolo divulgato dall’azienda, il Content Marketing potrebbe improvvisamente trasformarsi in un’arma a doppio taglio.
Nonostante ciò, i rischi del Content Marketing sono nulla rispetto ai benefici che questa attività può portare. Fondamentali in questo contesto, grazie alla facilità che offrono nel veicolare i contenuti, rientrano le pagine social del brand e i canali YouTube, l’87% dei marketers B2B utilizzano infatti i social media per distribuire contenuti. Di particolare rilievo sono inoltre i blog aziendali, questi ultimi, infatti, offrono secondo la ricerca il 67% di contatti in più al mese.