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Open Data. Il lato sexy di Enel?

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Un post di Maurizio Napolitano su Che Futuro parla del legame tra open data e innovazione e rivolge un appello-suggerimento agli “enti para-pubblici”:  rendete aperti i vostri dati più “sexy” e ne trarrete vantaggio

L’altro ieri un post di Maurizio Napolitano su Che futuro mi ha colto un po’ di sorpresa. Tra i tanti aggettivi che userei per definire l’azienda per cui lavoro, mai avrei immaginato di dover inserire anche “sexy”. Una multinazionale dell’energia come Enel di solito si confronta con altri tipi di definizioni. Eppure, dopo aver letto e riletto il post di Napolitano, sono arrivato alla conclusione che in fin dei conti ha ragione.

Rimando alla lettura del post di Napolitano per scoprire i suoi (solidi) argomenti sul binomio open data-innovazione e su “come possono le aziende sfruttare questo al proprio vantaggio”. Mi soffermo invece un po’ di più sull’esempio che lui usa e vede Enel come protagonista.

La localizzazione dei Punto Enel su OpenStreetMap è stata un’occasione entusiasmante di crowdsourching che ci ha visto collaborare direttamente con i clienti. Abbiamo fatto il bis con le stazioni pubbliche di ricarica per l’auto elettrica. Ed è vero che la community che ha partecipato a questa iniziativa ha contribuito non solo con i dati ma anche trascinandoci nell’avventura.

“I dati più sexy [Enel] non li ha ancora resi pubblici”, scrive Napolitano. E ha (in parte) ragione. Ma, come si dice in questi casi: stiamo lavorando per voi. Siamo stati i primi a seguire il movimento open data entrando in un territorio sconosciuto alla cultura aziendale italiana. Abbiamo compiuto i primi passi (e anche qualcosina di più). In pratica il nostro motto è diventato quello del cancelliere Ferrer di Manzoni: “Adelante Pedro, con juicio”. I dati “sexy” non finiranno mai. Anno dopo anno continueremo a fornirne di nuovi.

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