Il 30% delle aziende Usa ha già un CDO. Nell’Ue c’è chi ne vuole uno per Paese. In Italia interessa soprattutto a chi lavora nella comunicazione e nel mercato
“Nominare un Chief Digital Officer per ogni Paese dell’Ue”. L’idea di un “campione digitale” per promuovere la rivoluzione digitale nelle imprese europee è ormai entrata nel mainstream del dibattito in rete. Dopo che i membri dello Startup Europe Leaders Club hanno inserito il CDO tra le 22 azioni necessarie per “dare alle imprese europee le migliori possibilità di un futuro di successo”, il nuovo Chief ha catalizzato ancora di più l’attenzione su di sé nell’Ue .
Il 30% delle aziende Usa hanno un CDO nel loro executive-team. Come sottolinea l’indagine Bullish on digital di McKinsey è un “segno della diffusa consapevolezza che questa iniziativa è importante”, “che questo nuovo ruolo sta già creando valore per le imprese” e che “le aziende che hanno un Chief digital officer registrano in modo significativo di ottenere progressi nella loro vision digitale piuttosto che senza”.
L’Esperienza americana insegna all’Europa. Ma ogni Paese del vecchio continente sta rispondendo in maniera diversa che si vedono anche di azienda in azienda. Le richieste nell’Ue per ricoprire questo ruolo sono triplicate negli ultimi due anni con picchi in UK dove anche il governo Cameron ha imboccato la strada della governance digitale come leva per il rilancio dell’economia nazionale oltre che della leadership di Londra.
L’Italia s’è desta, ma non corre. Qualche CDO – l’ho già scritto – esiste, qualcuno lo è più o meno inconsapevolmente. A fare da traino e rendere il dibattito tutt’altro che accademico è la realtà dei fatti. Anche se Chief Digital Officer è una parola che non trova ancora spazio nel vocabolario aziendale l’esigenza di una gestione integrata di tutte le sfumature del digitale all’interno di un’azienda ha già posto il problema (e la necessità di una soluzione) in maniere definitiva.
I first applicant per un CDO sono comunicazione e mercato. Per questi due ambiti aziendali, un processo integrato e un unico play maker che governi i tanti fronti digitali di un’azienda è un valore già misurabile per i riflessi che ottiene sul business in termini di brand identity, customer care, income e molto altro.
In Italia i tempi del CDO sono maturi per chi ha intuito che il digitale non è una moda, né un obbligo, ma un’opportunità. Per non restare alla finestra di questo nuovo orizzonte di business è però necessario passare dall’approccio tradizionale, esclusivo e settoriale, ad una visione integrata e dialogica. Invece di ‘invitare’ i dati dieci volte per rispondere a dieci domande diverse è meglio ospitarli in modo stabile e riunirsi tutti assieme per dialogare con essi.