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Enel #guerrieri. Oltre i social, più dei social

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Sono più di 1500 i racconti raccolti dalla piattaforma di storytelling Enel #guerrieri. Ma i numeri sono poca cosa rispetto alle persone e alle loro storie, vero valore di un’iniziativa che supera i social e continua anche oltre la rete

Oltre 1500 storie di persone tra i 19 e i 60 anni! Quando abbiamo lanciato in rete i primi segnali della campagna #guerrieri cercavo di immaginare quel che sarebbe potuto succedere e anche se allora avevo azzeccato (a occhio e croce) quel ci aspettava in fatto di valore, criticità e riscontri, oggi mi trovo davanti all’ennesima conferma che la realtà supera l’immaginazione.

Leggere le storie dei #guerrieri e dedicargli tutto il tempo che meritano, si sta rivelando molto più interessante di quel che potevo prevedere e conferma l’intuizione che ha dato inizio alla creazione della campagna. Perché il vero valore di tutta l’iniziativa sono le storie stesse. Abbiamo voluto dare voce a chi non ce l’ha ma cerca il modo per raccontare di sé ed è pronto ad accogliere l’occasione anche quando si presenta sotto la forma “anomala” di un’azienda che, invece di offrirti un servizio o recapitarti una bolletta, invita semplicemente a raccontarti.

Le critiche ricevute da #guerrieri sui social media non offuscano questo risultato. Insegnano molto, soprattutto quando aiutano a comprendere come fare comunicazione mettendola al servizio delle persone. Per fare questo, ci siamo coinvolti direttamente con i #guerrieri e abbiamo cercato di dargli uno spazio di espressione che la grande maggioranza di loro – digiuni di social network, storytelling e tecniche narrative – ha conquistato facendo prevalere la voglia di raccontarsi alla difficoltà degli esordi nel mondo digitale.

Lo storytelling collettivo sta ormai diffondendosi rapidamente.  In rete si moltiplicano le iniziative di aziende e brand che invitano le persone a raccontarsi e i tempi di Futura Francesca di Telecom – correva l’anno 2011 – sembrano già lontani. Perché il fenomeno si è evoluto rapidamente, discostandosi molto dalla logica dell’adv per approdare sempre di più al racconto in quanto tale. L’elenco delle iniziative di questo genere è ormai lungo e diversificato. Oltre a #guerrieri mi vengono in mente al volo – tra le più recenti – la campagna “Give the best” lanciata da Gillette per agli sportivi di ogni giorno e il Luxottica storytelling project. Due esempi tra i tanti che, pur essendo stati lanciati da aziende, ricordano la filosofia di “Italy in a day” il collage di clip di gente comune presentato da Gabriele Salvatores come “uno strabiliante esperimento democratico di cinema del presente”.

Con #guerrieri Enel non ha voluto inventare ma innovare. Quello che abbiamo proposto è un’esperienza che non si è conclusa sul sito della campagna ma prosegue ancora nel segno delle storie, destinate ad approdare in televisione per rivelare il volto di alcuni #guerrieri ed entrare ancora di più nella loro vita quotidiana. Avendo questo orizzonte ampio (e ambizioso) sin dall’inizio della campagna fa un certo effetto vedersi accostare su Il Venerdì de La Repubblica a Nutella e Coca-Cola, e leggere che se i due colossi hanno “dato al consumatore la possibilità di associare al marchio il proprio nome” Enel ha “dato un nome e un ruolo ai consumatori” spingendosi ancora oltre nel rapporto con loro.

Il cammino dello storytelling è ancora lungo e noi lo abbiamo imboccato immaginando che possa essere una modalità di condivisione, capace di sfruttare al meglio le possibilità offerte da uno strumento unico come i social media, e che non si esaurisce nella rete. Il percorso che abbiamo costruito parte dalla realtà di tutti i giorni, emerge sui media per poi tornare ancora alla realtà con una forza e un’intensità rinnovata proprio dalla condivisione. All’inizio della campagna ai #guerrieri abbiamo detto: “Qualunque sia la tua battaglia, hai tutta l’energia per vincerla. Anche la nostra”. Per noi questo impegno è dato, supera la rete e continua.

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