Anche in Italia cresce il car sharing, grazie all’integrazione delle tecnologie digitali: i servizi e le comodità che offrono possono far fare veramente il salto decisivo a un settore che stentava a decollare, e che potrà essere uno strumento importante per città meno inquinate e meno trafficate. Come nelle metropoli più avanzate del resto d’Europa e del mondo.
Le grandi aziende internazionali hanno iniziato a operare nelle maggiori città italiane, affiancandosi alle iniziative delle amministrazioni locali. Per esempio la tedesca Car2go, del gruppo Daimler-Mercedes, è appena sbarcata a Roma con 500 vetture del modello Smart: la capitale è diventata la seconda città italiana a usufruirne, dopo Milano (dov’è presente anche Enjoy, in collaborazione con la Fiat).
I nuovi servizi offerti dalle società di car sharing sembrano guardare davvero al futuro:
- ci si registra online e si riceve un tesserino elettronico
- quando si vuole prendere l’automobile, un’app sul cellulare, integrata con il controllo satellitare, localizza la più vicina e permette di prenotarla
- per aprire la vettura si appoggia il tesserino al parabrezza e lo si avvicina a un lettore sul cruscotto: lo sportello si apre e la chiave si sblocca
- arrivati a destinazione, si avvicina di nuovo il tesserino al lettore e l’automobile si richiude
- il costo viene prelevato direttamente dalla certa di credito
- i clienti romani potranno usare il proprio tesserino anche a Milano, e viceversa.
Come ulteriore contributo alla tutela dell’ambiente, le aziende di car sharing hanno iniziato a utilizzare in alcune città flotte di automobili elettriche.
Naturalmente, l’innovazione tecnologica non basta: serve anche la volontà politica. E le amministrazioni locali sembrano pensarla così: per esempio le vetture in car sharing hanno la possibilità di parcheggiare gratuitamente anche nelle strisce blu e di accedere alle zone a traffico limitato (come l’Area C di Milano).