Cookie, social network e acquisti online. I paradossi dell’uomo digitale nell’EMC Privacy Index e l’esempio del Codice Privacy di Enel Energia
Consumatori e privacy. È un sodalizio tutt’altro che scontato, soprattutto dopo l’avvento del digitale. Perché se è vero che da un lato sempre più acquisti e servizi passano dalla rete è altrettanto vero che sicurezza e corretto trattamento dei dati sono un argomento complesso e oggetto di dibattiti che vanno dalla cyber security sino al marketing online.
La ricerca EMC Privacy Index, condotta a livello mondiale su 15.000 consumatori in 15 Paesi, rileva un scenario dai tratti paradossali. Alcuni dati dell’Italia:
- il 29% è disposto a meno privacy in cambio dei vantaggi della rete;
- quasi il 90% non apprezza la diffusione online delle informazioni personali;
- il 64% utilizza regolarmente i social media;
- l’86% acquista prodotti in rete;
- poco più del 40% cambia regolarmente le proprie password;
- circa il 30% non ha password per i propri dispositivi mobile;
- oltre il 30% non regola le impostazioni di privacy sui social network;
In pratica – i dati dell’Italia sono in media con il resto del mondo – la maggioranza vuole difendere la propria privacy ma si espone continuamente a potenziali violazioni ed è disposta a sacrificarla – spesso inconsciamente – per utilizzare soprattutto i social network ma anche servizi online.
Essere online è de facto un cedimento sulla privacy. La rete lo chiede implicitamente a chiunque ci voglia stare dentro, anche solo per navigare alla vecchia maniera senza fare acquisti o altro. È del 4 giugno il provvedimento del Garante sull’utilizzo dei cookie, ma il click automatico e quasi agonistico su “accetto” – pensate solo al download delle app – resta abitudine diffusa. E poi c’è l’ampio discorso dei social network, luoghi online a privacy condizionata.
Hackeraggi e furti di identità online sono la faccia oscura della medaglia della privacy nell’era di internet. Ma l’antologia degli abusi criminali contro cui governi, polizia e aziende sono al lavoro ormai da tempo è solo un aspetto. L’altra faccia è quella del mercato e del dibattito su quanto ci si possa spingere a fornire un servizio personalizzato online senza arrivare ad invadere la sfera privata.
Il Codice privacy di Enel Energia è un esempio, il primo del genere in Italia, di come un’azienda possa rispondere alla richiesta di riservatezza e correttezza nel trattamento dei dati senza ridurre la qualità del servizio al cliente. È rivolto in primo luogo a personale e partners dell’azienda ma è stato reso pubblico da subito e traduce in modo chiaro e semplice una materia complicata e in continua evoluzione. Nell’ormai annosa diatriba tra dritto alla privacy e servizi ai consumatori il Codice è un primo passo importante anche per la diffusione di una cultura condivisa che faccia crescere la consapevolezza di tutti tanto sul tema della trasparenza delle aziende quanto su quello della responsabilità che ciascuno deve avere nel trattamento dei propri dati personali e sensibili. Buona lettura!