Che cosa può succedere alle persone che postano immagini di cui non hanno i diritti sul proprio blog o sito web? In molti casi, la ricaduta potrebbe essere più dura di quanto si immagini: Getty Images ad esempio, basandosi su un software che scova sul web le proprie immagini pubblicate senza autorizzazione, identifica i responsabili e li minaccia di azioni legali fino a che non decidono di pagare. A quel punto, la persona in questione riceve una licenza e, in alcuni casi, anche un pacchetto promozionale di immagini. Le tecniche di “polizia” di Getty Images hanno fatto dell’azienda una di quelle più temute, e meno amate, sul web. Così ora sembra che l’intenzione della proprietà sia quella di cambiare prospettiva.
“Le nostre politiche di contrasto stanno cambiando”, ha detto il consigliere generale John Lapham. “Abbiamo cambiato il programma per rimuovere penalità e commissioni”. Secondo Lapham, Getty avrebbe ad esempio ridotto il numero complessivo di lettere inviate agli utenti per raccogliere le “penalties” in aggiunta ai costi di licenza ordinaria. Lapham ha aggiunto che Getty è ora in grado di distinguere anche tra pirati palesi e “clienti che fanno un errore”.
Il nuovo approccio di Getty, però, si sta rivelando una magra consolazione per quei “clienti” che continuano a ricevere richieste di liquidazione dalla società, e che non può apprezzare la nuova distinzione di Getty tra “sanzioni” e diritti di licenza regolare.
Una cliente che di recente ha dovuto pagare centinaia di dollari a Getty per l’utilizzo di quella che credeva fosse un’immagine liberamente disponibile sul suo blog infatti, ha fatto notare come il pagamento richiesto sembrasse una “tassa di estorsione”. La persona, che ha condiviso pubblicamente l’email da Getty, ha aggiunto che il canone pagato le ha “concesso” il diritto ad uno stock di 5 immagini free da Thinkstock, il servizio di foto royalty-free di Getty – come a dire oltre il danno la beffa.