La Data Transparency Coalition accusa la Casa Bianca di voler stravolgere il DATA Act che giace dimenticato al Senato. Cospirazione o realismo?
La Casa Bianca vuole imbrigliare gli Open Data. La notizia fa effetto soprattutto perché gli Open Data e Barack Obama vanno a braccetto sin dai tempi del lancio dell’Open Government Initiative e l’uomo del “Yes We Can” ha messo la trasparenza dell’amministrazione pubblica già tra i cardini del suo primo mandato. Ma la denuncia arriva dalla Data Transparency Coalition (DTC) che riunisce le organizzazioni profit e no-profit promotrici del Digital Accountability and Transparency Act. E, al netto di strumentalizzazioni e usi politici, è degna di attenzione.
Gli Open Data di Barack Obama sono sinonimo di collaborazione e trasparenza, innovazione e business. Il DATA Act è un disegno di legge ambizioso che sposa questa fìlosofia sino a porre l’obbligo, per le agenzie del governo Usa, di standardizzare e pubblicare un gran numero di report e dataset su spese e budget. Il testo è stato presentato ai due rami del Congresso nel maggio 2013, in novembre ha ottenuto un plebiscito alla Camera (388 favorevoli e 1 contrario) ma ad oggi il Senato non lo ha mai discusso e sono filtrate voci poco rassicuranti per i promotori della legge e i sostenitori degli Open Data.
Stravolgimenti, dilazioni e limitazioni sembrano già pronte per essere inserite nella legge annacquandola al punto da far pensare che il matrimonio tra Open Data e Barack Obama sia in crisi. A rivelarlo Federal News Radio che riferisce di un documento dell’Office of Management and Budget (OMB) della Casa Bianca, consegnato in extremis, nel quale sono elencate modifiche sostanziali al testo di legge, tra cui:
- limitare la standardizzazione al metodo di raccolta dei dati evitando di estenderla alla pubblicazione;
- eliminare l’obbligo di rendere i dati accessibili secondo parametri univoci sul portale Usaspending;
- ridurre l’obbligo di aggiornamento da mensile a quadrimestrale
Cospirazione o esagerazione è il dilemma davanti alle sorti del disegno di legge. La DTC e i suoi sostenitori parlano di “evidente stravolgimento” e “inaccettabili modifiche”, l’OBM smorza i toni e auspica una legge di trasparenza meno “cost-effective” prediligendo la filosofia della spending review a quella dell’accessibilità ai budget federali. Una scelta comprensibile in tempo di crisi se non fosse che cade proprio mentre Obama sta cercando ancora di districarsi dal pantano del caso NSA e le sistematiche invasioni della signal intelligence nella privacy degli americani. Per la rete si tratta del più classico caso dei “due pesi e due misure”. O, per dirla in altro modo: “Siamo tutti Open Data con la privacy degli altri”.