Il CDO è decisivo per le aziende che vogliono stare nel mercato cavalcando i Big Data. Il profilo del nuovo Chief, tra consumatori sempre più influenti e mercato sempre più data-driven, secondo Forbes
Se non ne avete ancora uno, affrettatevi! Sembra quasi un annuncio pubblicitario l’articolo di Lisa Arthur per Forbes “Why You Should Consider Hiring A Chief Digital Officer, And Why Now”. Ma non c’è da stupirsi nei toni perché il suo punto di partenza per capire e spiegare l’utilità del CDO in un’azienda è market oriented.
L’esperienza multicanale dei consumatori è oggi una dominante del mercato diventato ormai un settore data-driven. Per la Arthur questo fenomeno costringe le aziende a trovare il modo e le persone in grado di gestire il patrimonio di informazioni che oggi sono capaci di dettare dinamiche, modelli e strategie anche alle grandi aziende.
I rapporti tra azienda e consumatori si sono invertiti. Come spiegava a marketrevolution.it Nicola Lanzetta, senior vice president per la divisione Mercato di Enel Energia, stiamo vivendo una “asimmetria informativa” nella quale “il cliente ha più informazioni dell’azienda” con la conseguenza che “tutti gli equilibri e i ‘rapporti di forza’ sono stati ribaltati, definendo un nuovo scenario che per noi aziende è davvero molto complesso da gestire”.
Il Chief Digital Officer è il nome di un bisogno urgente ancor prima che un ruolo. Per Lisa Arthur non importa come viene chiamato il ”digital-savvy” e “business-driven leaders” che può rispondere all’esigenza di traghettare le aziende dai modelli tradizionali di business a quello data-driven. Basta che le aziende individuino le competenze necessarie che deve presentare la figura destinata a mettere ordine nel “big data bazar”.
Un CDO che vuole entrare nel mercato a cavallo dei Big Data secondo l’articolo di Forbes deve avere (almeno) quattro qualità:
- Competenze tecniche che per la Arthur sono decisive ma non in cima alla classifica delle skills perché “la prima responsabilità del CDO non è quella di prendere decisioni tecnologiche”
- Dimestichezza con più funzioni aziendali per realizzare processi che integrino in maniera lineareuna gestione integrata dell’analisi dei dati e del rapporto con i consumatori.
- Abilità nell’abbattere barriere perché il “big data bazar permea tutti i dipartimenti e trascende i ruoli individuali”
- Prospettive globali perché il “CDO deve comprendere come i dati – da tutti i dipartimenti e le regioni – impattano sull’impresa nel suo complesso e deve lavorare per allineare i diversi dipartimenti in una data-strategy comprensiva”.
Chief Digital Officer sul modello di Forbes esistono già. Clark Kent, Bruce Wayne e Bruce Banner sono gli esempi più noti! A parte gli scherzi. Non credo serva essere un super eroe per ricoprire il ruolo di CDO, ma il profilo che descrive Lisa Arthur chiarisce un aspetto decisivo: le qualità del nuovo Chief non si definiscono con i parametri aziendali vigenti, ma secondo la misura imposta dai Big Data.