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Una boccata di Oxygen

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È uscito da poco il primo numero del 2013 di Oxygen, la rivista di Enel dedicata alla divulgazione scientifica.

Intitolato “Orgoglio industriale”, pone l’accento sulla necessità per l’Italia di riscoprire l’orgoglio di essere il secondo Paese manifatturiero d’Europa e la sua capacità di innovazione. E lo fa attraverso il racconto di diverse storie di successo, all’alba di quella che in molti definiscono la “nuova rivoluzione industriale” che sta attraversando il mondo intero.

Un numero che ospita interventi dei vertici aziendali come quelli dell’ad Fulvio Conti e del responsabile Relazioni Esterne Gianluca Comin, ma anche di personaggi come il ministro uscente dell’Economia Corrado Passera e dei giornalisti Riccardo Luna e Donato Speroni.

Insomma, un numero che vale davvero la pena di leggere.

Tra i tanti articoli, ce n’è uno in particolare che mi sento di consigliare perché si ricollega al mondo di cui parlo spesso dalle pagine di questo blog. È ‘la rivoluzione dei makers’, scritto da Simeone Arcagni, che racconta la nascita e l’ascesa di quei creativi digitali che, con le loro innovazioni e nuovi modelli di business, sono i veri promotori di quella rivoluzione a cui accennavo in precedenza. Un fenomeno nato all’insegna di quattro parole d’ordine ben definite: open source, creative commons, crowfounding e crowdsourcng, ossia  libera circolazione delle informazioni, condivisione delle idee, collaborazione nella ricerca dei fondi, processo di sviluppo collettivo.

Esemplare in questo senso la storia di Massimo Banzi, ingegnere considerato in tutto il mondo come uno dei padri e dei guru del ‘pensiero maker’.  Banzi è tra gli artefici di Arduino, un framework in open source che permette la prototipazione rapida e l’apprendimento veloce dei principi fondamentali dell’elettronica e della programmazione. In estrema sintesi, con Arduino anche chi è digiuno dei linguaggi tipici della programmazione ha tutti gli strumenti per ideare, progettare e infine realizzare oggetti o prototipi.

L’articolo racconta decine di case history, simili a quella di Arduino, che invito  a leggere direttamente online su Oxygen. E tra i tanti spunti di riflessione che Arcagni offre con il suo articolo c’è il fatto che a suo dire i makers non nascono con l’idea di cambiare il sistema industriale esistente, ma di crearne uno completamente nuovo e accessibile a tutti. Un vero e proprio artigianato delle idee, che trova nella rete il suo habitat naturale dove crescere e moltiplicarsi grazie al contributo degli utenti.

Un modello produttivo e di business assolutamente innovativo, che appare come una delle risposte più concrete e interessanti alla crisi industriale ed economica che sta attagliando il mondo occidentale. Ovviamente è ancora presto per dire se sarà sufficiente, ma quello che è certo è che rappresenta la vera novità in grado di offrire nuovi modelli non solo economici e finanziari, ma anche culturali. E la storia ci insegna che solitamente è proprio dal cambiamento della cultura che nascono le rivoluzioni.

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