Il Chief Technology Officer di Barack Obama nella Campagna presidenziale del 2012 al Festival internazionale del giornalismo di Perugia. Lezione non convenzionale di un re dei Big Data che si presenta dicendo “I’m an hacker, I’m a coder”
Harper Reed è stato sicuramente tra gli ospiti da non perdere della settima edizione del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, una rassegna che si conferma sempre ricca e stimolante per il mondo della comunicazione.
L’ex Chief Technology Officer di Obama nella Campagna 2012, trentacinquenne che si presenta dicendo “I’m an hacker, I’m a coder”, sabato 26 aprile ha tenuto un keynote speech nel corso della quale, pur non svelando alcun segreto in merito alla campagna social che ha sostenuto il fundraising del Presidente americano attraverso l’analisi dei Big Data, tuttavia è riuscito a mettere la platea di fronte alla semplicità dirompente di un progetto e della sua costruzione.
Il tema chiave delle agili slide di Harper Reed si potrebbe riassumere in “Metodo per realizzare un progetto di successo”. La sfida, per il pubblico, è stata mettere da parte il pensiero che Obama fosse un buon prodotto (probabilmente il migliore, in quel momento) e quindi un viatico per il successo.
Una sfida che lo stesso Reed ha aiutato ad affrontare, evidenziando come anche un ottimo prodotto possa essere, al contrario, una fonte di numerosi rischi sulla via del raggiungimento degli obiettivi.
Le soluzioni di Reed sono sintetizzate nei concetti chiave con le quali riassume la Campagna Obama 2012 e i suoi preziosi insegnamenti (per Reed stesso e per tutto il team): be fast, have a vision quest, be aware.
Tre, semplici, passaggi che possiamo applicare nelle nostre aziende: dobbiamo essere veloci nel pensare che un progetto sia possibile, “visionari” quanto basta da pensare che debba essere innovativo, consapevoli il necessario per evitare di scardinare i processi con rivoluzioni non sostenibili.
“Harporama“, ottima sintesi video dell’ “Harper Reed Pensiero”.